Chiara: "Prima di conoscere la comunità dei Bassi ad Erli in Liguria vicino ad Albenga nella provincia di Savona, avevo sentito parlare di comunità hippy, di bioregionalismo, di armonia tra uomo e ambiente, di come l´uomo possa essere parte della natura e possa viverla senza comprarla, ma secondo uno scambio equo, uno scambio d´amore, un dare per ricevere. Arrivando a Borgo Bassi qui a Erli abitano diverse persone, che vivono secondo tali principi, in armonia con la natura e con la vita. Ogni anno, l´ultima settimana di maggio, in onore del risveglio della primavera, festeggiano la vita, la terra, la morte e l´amore. Quest´anno la festa è dedicata al vento e come ogni anno si estende a tutti coloro che vogliono condividere qualcosa che sia arte, che sia lavoro, che sia solo compagnia. Quest´anno, come vedete, ci sono anche i miei passi sui ciottoli del borgo, ci sono anch´io e ho voglia di parlare con Nico, che del villaggio - se così si può chiamare - è il fondatore."
Nico: "In realtà Borgo Bassi è un villaggio freak, freak inteso nel senso letterale,fuori misura, mostruoso ...e Borgo Bassi non è che il calderone nel quale avviene l´alchimia dei soggetti: una mescolanza di tanti che esprimono a volte intenzioni, a volte processi di percorso, a volte semplici sogni".
Queste semplici parole citate testualmente dall´introduzione al documentario rendono magistralmente l´intenzione e l´atmosfera della festa: una sorta di rito di passaggio che sottopone i partecipanti ad una parabola interiore intensissima concentrata in un finesettimana di ritorno a ritmi antichi, lenti, viscerali, umani. Le riprese si sono concentrate in una settimana (iniziando alcuni giorni prima della festa) e la sfida non è stata tecnica, bensì di metodo: la vera difficoltà è stata quantizzare le sensazioni e l´atmosfera di un´esperienza quasi metafisica su un supporto fisico, restare fedeli allo spirito del borgo, trasmettere a fianco di immagini e suoni anche gli odori e le sensazioni di un evento unico nel suo genere.
Inoltre abbiamo dovuto affrontare anche la sfida di non influenzare con la presenza nostra e delle attrezzature di ripresa lo sfolgersi spontaneo della festa. Per quanto concerne l´illuminazione abbiamo fatto ricorso il più possibile alla luce naturale (anche di notte, in condizioni di scarsissima illuminazione) e anche per la colonna sonora abbiamo sempre utilizzato la presa diretta, miscelando in post-produzione solo dei tappeti musicali, ma preservando il taglio documentaristico (quasi giornalistico), a discapito della qualità tecnica, ma a garanzia del trasferimento il più trasparente possibile delle informazioni.
documentario erli diy